Associazione Specializzata di Razza riconosciuta dall'Ente Nazionale della Cinofilia Italiana

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La sindrome della dilatazione e torsione gastrica:
sfatiamo i falsi miti

di Cristina Di Palma • Medico Veterinario

di Cristina Di Palma
Medico Veterinario

La maggior parte dei proprietari di cani di grossa taglia (>30 kg) conformati con ampia cassa toracica e profondo arco costale vivono con il terrore che prima o poi il proprio amato peloso vada incontro alla tanto temuta sindrome dilatazione- torsione gastrica (GDVS acronimo inglese che sta per “gastric dilatation and volvulus syndrome”). La letteratura scientifica ha ascritto la GDVS nelle patologie a carattere sindromico – ovvero classificandola come una patologia con cause multifattoriali – per cercare, a mio parere senza troppo successo, di offrire una visione a 360° della complessità di questa malattia presso l’utenza finale e per il tramite del Veterinario Curante. Nei cani di media età (ma in base alle recenti reviews scientifiche anche in quelli più giovani, di età compresa tra i 24 mesi e 4 anni), la GDVS è una delle poche emergenze chirurgiche che espone i soggetti al più alto rischio di morte, a causa delle gravi complicanze cardiovascolari che possono insorgere anche in casi di tempestivo soccorso.
Cerchiamo di conoscere meglio dunque di cosa si tratti.

Cenni di anatomia

Il torace del cane si presenta costituito da 14 paia di coste, di cui le ultime 3 paia non si articolano ventralmente con lo sterno, ma solo dorsalmente con la colonna vertebrale. Lo spazio che vengono a delimitare si chiama arco costale: quest’ ultimo alloggia nel suo interno importantissimi organi quali il fegato a ridosso del diaframma, il pancreas a ridosso del duodeno; lo stomaco e la milza.
Lo stomaco è mantenuto in sede vicino al fegato dal legamento epatogastrico. La funzione dell’arco costale è di garantire in quanto involucro semirigido protezione ai suddetti organi molto delicati.

Che cos'è la GDVS

La GDVS è una patologia caratterizzata dalla sovradistensione e rotazione dello stomaco sul suo asse longitudinale (asse mesenterico), che intrappola all’interno aria, liquidi e contenuto gastrico, compromettendo la vascolarizzazione a carico dello stomaco stesso, della milza e del pancreas. L’aumento della dimensione dello stomaco è associato a ostruzione funzionale (feedback negativo di provenienza duodeno digiunale che impedisce lo svuotamento gastrico) – meccanica (alimento grossolano bloccato nell’antro pilorico) del deflusso gastrico e dei fisiologici sistemi di rimozione dell’aria (eruttazione vomito e svuotamento pilorico). La milza il cui legamento si inserisce sulla grande curvatura dello stomaco nella fase di rotazione si disloca verso destra.

Fattori predisponenti

La GDVS è ad eziologia multifattoriale. Questa è l’unica verità che ad oggi, dopo un trentennio di studi volti a definire la cornice eziologica del problema, è uniformemente condivisa e accettata. A fronte della già succitata predisposizione anatomica di certe razze- e il Rhodesian purtroppo è proprio una di queste- è possibile limitare l’incidenza delle variabili precipitanti la sindrome. Di seguito farò una breve descrizione di quelle, su cui si deve intervenire in chiave preventiva.

La salute del tratto gastroenterico

L’assenza fin dai primi mesi post svezzamento e fino ai 3 anni di età dei sintomi chiaramente riferibili ad un malessere gastroenterico (quali ad esempio ricerca spasmodica di mangiare erba, pica compulsiva, eccessiva sete, flatulenza e meteorismo, addome disteso di aria), va perseguito come obiettivo importante al fine di evitare la cronicizzazione di forme infiammatorie duodeno digiunali, che alterano i tempi di svuotamento gastrico, favorendo l’inevitabile fermentazione alimentare intragastrica, accompagnata ad abbondante e patologica presenza di gas. La costante sovradistensione dello stomaco mette in tensione i legamenti epatogastrico e mesenterici che, allentandosi, favoriscono una maggiore mobilità dello stomaco all’interno dell’addome; la presenza costante di aria e gas fermentativi contribuiscono alla progressiva dislocazione dell’organo. Non mi stancherò mai di ripetere quanto sia importante alimentare bene il proprio cane, offrendogli un alimento equilibrato nella composizione qualitativa e quantitativa con il giusto grado di idratazione. Non è salutare che il cane si alimenti con un pasto secco o eccessivamente grasso (10% di acqua) e che contestualmente assuma acqua nello stomaco. Infatti ciò comporterà come risultato che nello stomaco i succhi gastrici sono stati diluiti, che lo stomaco si è sovradisteso con rallentamento dei normali tempi di svuotamento e con conseguente allungamento dei tempi di soggiorno del cibo nello stesso, dove non può che esitare nell’avvio dei patologici processi fermentativi. Tali processi a loro volta favoriscono la progressione verso il piccolo intestino di alimento poco e mal digerito che si comporta come innesco di fenomeni infiammatori che a loro volta alimentano un circolo vizioso di blocco dello svuotamento gastrico.

Gestione del temperamento e del carattere del cane

E’ un aspetto sempre troppo poco considerato eppure molto importante. Il cane nervoso e/o pauroso vive con il sistema neurovegetativo adrenergico costantemente attivato: consumerà il pasto in modo oltremodo vorace, tenderà ad ingoiare molta aria e in generale sarà un cane che avrà la tendenza ad essere sovranutrito “perché sempre affamato”.
Il temperamento irrequieto è stato dimostrato influenzare negativamente la peristalsi gastroenterica soprattutto in quei cani sottoposti per necessità ad eventi stressanti (viaggi, esposizioni, accoppiamenti).

Intervalli di somministrazione del cibo

L’ideale sarebbe frazionare il quantitativo giornaliero in 2 o 3 pasti, per limitare il più possibile l’ingestione di eccessive quantità di alimento.

Esercizio fisico nel periodo immediatamente post prandiale

E’ quello che la maggior parte dei proprietari conosce (ed evita) come fattore maggiormente responsabile della GDVS. A mio parere quest’ultimo è da tenere in considerazione come logica conseguenza dei precedenti: ovvero solo se avrò un cane che costantemente vive con una digestione lenta e fermentante, che beve quantità eccessive di acqua, che ha costante rallentamento della peristalsi progressiva dell’alimento verso il digiuno e che in più corre dopo aver mangiato ingoiando aria, allora l’insieme dei fattori di rischio aumenterà la alta probabilità che il mio cane – seppur giovane – vada incontro alla dilatazione-torsione gastrica.

Come riconoscere la GDVS

Dimentichiamo di pensare alla dilatazione e/o torsione solo quando vediamo (ormai) il nostro cane “gonfio”. In quel caso la prognosi ad vitam rischia di essere infausta, a causa dell’alto rischio di complicanze post chirurgiche. Bisogna piuttosto imparare a riconoscere i segni prodromici assai precoci di una patologia ad insorgenza ed evoluzione rapidamente dinamica quale è la GDVS. Tra tutti questi segnalo i più importanti:

L’irrequietezza: un segnale di allarme è costituito dal cane che dopo due ore dal pasto non riesce a stare fermo in cuccia in posizione di riposo: continua a vagare per casa sedendosi e alzandosi alternativamente.

I lamenti spontanei: sono segno che il dolore viscerale (in questo caso colica addominale) è acuto e accessionale.

Il cane che si guarda il fianco costantemente, quasi a segnalare la provenienza delle fitte.

Il cane fa dei tentativi di vomito non produttivi: in qualche raro caso esce solo schiuma bianca tipo albume montato. Se la dilatazione gastrica deborda dall’arco costale, allora ci si accorgerà anche dell’alterato profilo addominale e si avrà il cosiddetto timpanismo: per effetto dell’accumulo di gas al suo interno, l’addome emetterà una particolare sonorità alla percussione, come se si trattasse di un tamburo.

Come intervenire

La tempestività in questa patologia può fare davvero la differenza tra la vita e la morte. E’ essenziale nel più breve tempo possibile riferire il cane in una struttura veterinaria per la conferma diagnostica, l’intervento di detorsione e fissazione chirurgica (gastropessi) e il ricovero post chirurgico per le almeno 48 ore successive, che sono cruciali. Questo intervallo di tempo infatti è il minimo richiesto per sciogliere la prognosi anche dopo un tempestivo soccorso, fugando ogni dubbio relativo a possibili complicanze (SIRS ,CID, etc).

Come prevenire

La prima basilare forma di prevenzione rimane – a mio parere – la sana e corretta gestione alimentare del nostro affamato crestato, secondo le considerazioni sopraelencate, mettendo a punto una dieta corretta con l’aiuto del vostro Veterinario di fiducia.
Fa seguito la gastropessi preventiva, ovvero l’intervento chirurgico di fissazione dell’antro pilorico alla parete addominale, eseguito per via endoscopica o in laparotomia, se associato alla sterilizzazione. L’età minima richiesta nel Rhodesian per questo tipo di intervento sono i 10 mesi di età. La gestione post-chirurgica prevede per 3 settimane la somministrazione della quantità giornaliera di cibo offerta in 4 pasti e attività fisica controllata. Segnalo infine che per sensibilizzare i nostri soci alla prevenzione di questa grave patologia, favorendo anche la possibilità per gli associati di eseguire la gastropessi preventiva, il Rhodesian Ridgeback Club, all’interno di un più ampio progetto di ricerca di valide strutture ospedaliere e di pronto soccorso dislocate sul territorio nazionale, ha attivato una convenzione con una struttura veterinaria milanese, che garantisce prestazioni diagnostico chirurgiche di alto livello: l’Ospedale Veterinario San Francesco.