Associazione Specializzata di Razza riconosciuta dall'Ente Nazionale della Cinofilia Italiana

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Patologie della prostata

di Cristina Di Palma • Medico Veterinario

di Cristina Di Palma
Medico Veterinario

Come noto, la prostata è una ghiandola sessuale accessoria che produce il liquido seminale, un particolare fluido chiaro e piuttosto denso con la funzione di creare un ambiente ideale per la sopravvivenza degli spermatozoi e favorirne la motilità, il tutto per renderli capaci di fecondare l’ovulo durante l’accoppiamento.

In relazione all’origine del disturbo si parla di cardiopatie acquisite, se fanno la loro comparsa clinica durante la vita dell’animale e di cardiopatie congenite, se la malattia è presente sin dalla nascita. Di alcune cardiopatie congenite si ipotizza l’ereditarietà , ovvero la trasmissione genitore-prole. Quindi riuscire ad identificare correttamente e tempestivamente un soggetto colpito da malattia ereditaria significa cercare di limitare per quanto possibile la trasmissione della malattia stessa ai discendenti, nell’intento di salvaguardare e tutelare la salute della razza.

Anatomia della prostata

Prima di parlare delle malattie della prostata è necessario comprenderne l’anatomia e la funzione. La prostata ha forma ovale e globosa ed è composta da due lobi. Anatomicamente è situata nella regione pelvica, tra uretra in basso e retto in alto. La prostata è costituita da una componente fibro-muscolare e da una componente ghiandolare. Il parenchima ghiandolare è costituito da un grappolo di ghiandole tubulo-alveolari più piccole, circondate da uno strato piuttosto spesso di fibre muscolari lisce e da tessuto connettivo. Queste formazioni ghiandolari si aprono mediante dotti escretori nell’uretra prostatica e svolgono la funzione esocrina della prostata vera e propria: cioè elaborano il liquido prostatico. Durante l’eiaculazione, le contrazioni peristaltiche della parete muscolare comprime le ghiandole, riversando le loro secrezioni nell’uretra prostatica. Con l’avanzare dell’età e con l’aumento della sua dimensione può raggiungere anche l’addome. Circonda interamente il primo tratto dell’uretra e parte del collo della vescica ed è posizionata (ventralmente) sotto l’intestino retto. Giusto per comprendere quali siano le sue dimensioni, si calcola che in un cane adulto di circa 40 kg di peso questa abbia la dimensione più o meno di 5,5 cm.

Funzione della prostata e composizione del liquido seminale

Lo sviluppo e la funzionalità della prostata dipendono dalla presenza del testosterone prodotto dai testicoli. Nei soggetti sottoposti a castrazione chimica o chirurgica questa ghiandola regredisce spontaneamente fino ad atrofizzarsi. Nel cane, prima della pubertà, la prostata non è altro che un piccolo nodulo, ma con il raggiungimento della maturità sessuale e l’inizio della secrezione di androgeni da parte dei testicoli si sviluppa rapidamente. Questo è il momento in cui cambia anche il carattere ed il comportamento del cane il quale inizierà a diventare più territoriale, a volte aggressivo con gli altri maschi, manifesterà interesse per le femmine in calore e, ultimo ma non per importanza, comincerà a marcare il territorio, quindi ad alzare la zampa mentre fa pipì. Come già detto, l’unico compito della prostata è quello di produrre il liquido seminale. Questa secrezione fluida è importantissima ai fini della fecondazione e in sua assenza o nel caso di una composizione alterata e non ideale, gli spermatozoi non sarebbero in grado di raggiungere l’ovulo e morirebbero in pochissimo tempo. Pertanto, senza una prostata correttamente funzionante, non possiamo avere un accoppiamento fertile e quindi la riproduzione. Il secreto prostatico viene espulso per la maggior parte durante l’eiaculazione, solo una piccolissima quantità può essere espulsa anche durante la normale minzione.

Caratteristiche del liquido prostatico

Con PH compreso tra 6.0 e 7.4 (la cui funzione è quella di neutralizzare l’ambiente acido presente nella vagina della femmina il quale, altrimenti, potrebbe nuocere agli spermatozoi), contiene grandi quantità di fruttosio, uno zucchero essenziale per fornire energia agli spermatozoi e consentire alla loro coda di muoversi velocemente per risalire le vie genitali femminili e raggiungere l’ovulo da fecondare. Contiene alcuni elettroliti (in particolare zinco, calcio, sodio, magnesio e potassio), aminoacidi, acido ascorbico, vitamine, acidi grassi, enzimi, prostaglandine, sostanze utili sempre alla sopravvivenza e capacità di penetrazione dell’ovulo. A tutto questo si aggiungano anche le spiccate proprietà battericide.

Le malattie della prostata del cane

Le patologie più frequenti che possono verificarsi a carico di questa ghiandola sono la ipertrofia prostatica benigna; cisti prostatiche; prostatite (acuta e cronica); ascessi prostatici; neoplasie prostatiche. In questo articolo prenderemo in esame le forme iperplastiche benigne e le forme infiammatorie, che rappresentano percentualmente le problematiche mediche più rappresentate nei cani giovani e adulto/anziani. La maggior parte delle malattie prostatiche si presentano con sintomi piuttosto generici e comuni a moltissime altre patologie, pertanto non sono sufficienti, da soli, a far emettere una diagnosi precisa. Il medico veterinario si orienterà all’identificazione del problema eseguendo un’accurata raccolta delle informazioni riportate dal proprietario, una visita clinica approfondita ed esami collaterali (diagnostica per immagini ed analisi di laboratorio).

La Ipertrofia Prostatica Benigna (IPB)

La IPB è sicuramente la più frequente fra le malattie della prostata ed è riconosciuta come causa predisponente per diversi processi patologici a carico della ghiandola: in poche parole in moltissimi casi tale patologia può essere considerata il punto di partenza dal quale si possono evolvere le altre patologie. Si tratta di un aumento di volume della ghiandola che interessa principalmente i cani di età compresa tra 5 e 10 anni di vita: stiamo parlando di oltre il 50% dei soggetti, ancor più frequente in quelli di grossa taglia. Nonostante ciò, anche soggetti più giovani (di età compresa tra i 2 e i 5 anni) possono manifestare questo problema, sebbene la percentuale di incidenza sia notevolmente inferiore. È un processo parafisiologico piuttosto normale che, nel cane anziano, è influenzato dall’aumento degli ormoni androgeni. Al contrario, molto spesso la ghiandola prostatica tende a ridursi spontaneamente dopo i 10 anni di vita. L’aumento di volume dell’organo e il suo ingrossamento creano una spinta verso l’alto, fino a comprimere il retto (quando la prostata si ingrossa). L’ipertrofia prostatica passa molto spesso inosservata poiché in molti casi è asintomatica e viene riscontrata casualmente dal veterinario durante la manovra della palpazione transrettale. Nei casi sintomatici, i segni clinici più frequenti sono:la perdita di qualche goccia di sangue dall’uretra indipendentemente dalla minzione; urina con sangue (ematuria); minzione frequente ed in piccole quantità; difficoltà nella minzione con eccessivo sforzo durante l’atto della minzione; presenza di sangue nell’eiaculato; tenesmo rettale cioè eccessivo sforzo durante l’atto della defecazione, che alla lunga potrebbe complicarsi con un’ernia perineale; emissione di feci a nastro (leggermente schiacciate). In alcuni casi si associa un malessere generalizzato, di solito in presenza stato infiammatorio (prostatite). Alla palpazione digitorettale, esattamente come avviene per l’essere umano, il veterinario riscontra l’ ingrossamento simmetrico della ghiandola. La medicina di laboratorio mette a disposizione un test che attualmente nella pratica clinica non è molto usato, sebbene possa avere interessanti e frequenti applicazioni nel campo della medicina preventiva del cane maschio. Stiamo parlando del test della CPSE (esterasi prostatica specifica canina). Questa proteina è un indicatore specifico per diagnosticare precocemente l’iperplasia prostatica benigna (IPB).Viene secreta dalle cellule della prostata per effetto del testosterone ed è la componente più rappresentata (90%) nello sperma. Le cellule prostatiche iperplastiche inducono un aumento della CPSE Questo riscontro medico va ulteriormente verificato attraverso una radiografia che potrebbe confermarne le dimensioni e soprattutto, a mezzo di un’ecografia,da cui possiamo ottenere dati relativi alle dimensioni oltre che alla texture anatomica della porzione ghiandolare. La possibilità di effettuare una diagnostica più avanzata attraverso un esame citologico per ago infissione o ago aspirato o addirittura una biopsia, la si riserva se si ha il sospetto che un ingrossamento della prostata non sia solo una ipertrofia dell’organo. Trattandosi di una forma benigna, questo tipo di patologia può essere trattata efficacemente ed in genere i risultati sono buoni, ma sono possibili delle recidive. Se il soggetto è destinato alla riproduzione e quindi la funzionalità della prostata va preservata, potranno essere somministrati dei prodotti (ad es. finasteride, osaterone acetato), che non interferiscono sull’atto sessuale e sulla fertilità. Se, al contrario, la fertilità del cane non è un fattore determinante, a scopo terapeutico potranno essere proposti dei farmaci ad azione simil -progestinica, la cui efficacia post terapia si prolunga per alcuni mesi (deslorelina acetato) La castrazione chimica riduce le dimensioni della prostata ingrossata: questa terapia consiste nella somministrazione di impianti sottocutanei a lento rilascio che riducono la produzione di alcuni ormoni, rendendo non fertile il cane per 6-12 mesi. Da ultimo è possibile ricorrere la castrazione chirurgica, che è una soluzione definitiva: asportando i testicoli si interrompe la produzione di androgeni e la prostata regredirà spontaneamente nel giro di qualche settimana.

La prostatite

E’ l’infiammazione della prostata sostenuta nella maggior parte dei casi da un’infezione batterica. Questa patologia insorge con maggiore frequenza nel cane integro, tuttavia può verificarsi anche nel soggetto castrato in quanto origina il più delle volte dalla risalita di batteri attraverso le vie urinarie e genitali, potendo comparire ad età estremamente variabili. Le infezioni batteriche a carico della prostata nel cane da riproduzione possono causare problemi nella riproduzione per diverse ragioni: per calo della libido e per difetto nello sviluppo e maturazione degli spermatozoi a causa del rialzo febbrile. L’aumento di volume della prostata può anche causare compressione sui vasi deferenti e impedire quindi il corretto deflusso degli spermatozoi dall’epididimo all’uretra. L’infezione prostatica può dar luogo, inoltre, alla diffusione del processo infettivo e infiammatorio agli organi genitali (epididimo e testicolo), con aggravamento della patologia. I batteri più comunemente isolati in corso di prostatite sono Escherichia coli, Stafilococchi, Streptococchi, Klebsiella ed Enterobacter. Fattori predisponenti le prostatiti possono essere diversi: affezioni delle basse vie urinarie, come le cistiti o l’urolitiasi, soprattutto se ricorrenti calcoli renali; abbassamento delle difese immunitarie; buona parte delle altre patologie prostatiche; enteropatie croniche. In funzione del decorso, le prostatiti possono distinguersi in acute e croniche

La prostatite acuta

La prostatite acuta è caratterizzata da un’insorgenza improvvisa, sintomi piuttosto evidenti e aumento di volume della ghiandola. I sintomi sono: febbre; perdita di appetito; debolezza e letargia; dolore alla palpazione dell’addome; dolore alla palpazione rettale; cifosi (schiena incurvata verso l’alto; andatura rigida e difficoltosa; vomito; tenesmo; costipazione. Ad una indagine radiografica e/o ecografica la prostata risulta spesso, ma non sempre, aumentata di volume. Attraverso un esame delle urine o del liquido prostatico è possibile riscontrare l’infezione urinaria, grazie alla presenza di globuli bianchi, pus, batteri e, in molti casi, di globuli rossi (ematuria).

Eseguire un antibiogramma sulle urine è sempre consigliato al fine di scegliere la terapia più adeguata. L’esame emocromocitometrico potrebbe essere in grado di mettere in evidenza i segni di un’infezione grazie all’aumento dei neutrofili. In molti casi è possibile riscontrare la presenza di cisti o ascessi prostatici.

La prostatite cronica

La forma acuta può evolvere anche in maniera cronica. Il problema è sempre lo stesso, cioè un’infezione batterica la quale però, invece di dare sintomi evidenti e importanti, decorre subdolamente in maniera più lenta e prolungata. La prostatite cronica passa spesso inosservata oppure può essere sottovalutata, in quanto il disagio che crea all’animale è ridotto e molte volte viene confusa con una semplice cistite. Alla visita clinica la ghiandola potrebbe non mostrare particolari alterazioni di forma e consistenza alla palpazione, pertanto per ottenere una diagnosi è ancor più importante eseguire un’ecografia ed un esame batteriologico dell’urina o del liquido prostatico. In molti casi la forma cronica rappresenta l’evoluzione di quella acuta, quando non completamente risolta.

I sintomi sono quelli di una cistite, cioè: perdita di gocce di urina (o di liquido prostatico); difficoltà nella minzione; tenesmo; costipazione; possibile orchite o epididimite; infertilità (nei soggetti riproduttori).

Come si curano le prostatiti

Trattandosi di una patologia di natura infettiva e infiammatoria, la terapia consiste nella somministrazione di antibiotici (possibilmente a seguito di esame batteriologico e antibiogramma) e di antinfiammatori. Prima dell’interruzione della terapia è buona regola sottoporre nuovamente il cane alla visita clinica e all’esecuzione di un ulteriore esame colturale dell’urina o del liquido prostatico. È suggerito l’utilizzo di antiandrogeni ed antidolorifici e, se possibile, il ricorso alla castrazione chimica o chirurgica, per scongiurare il rischio di future possibili recidive.

Per maggiori informazioni:

Dr.ssa Cristina Di Palma