Associazione Specializzata di Razza riconosciuta dall'Ente Nazionale della Cinofilia Italiana

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Displasia dell'anca

La displasia dell’anca, dal greco dys (anormale) e plassein (formale), è un’anomalia dello sviluppo dell’articolazione coxo-femorale del cane di taglia media, condizionata oltre che geneticamente anche da condizioni multifattoriali, che esita in algia dell’anca e in patologie articolari secondarie.

Patogenesi

Il periodo critico nello sviluppo dell’articolazione coxo-femorale del cane va dalla nascita sino a 2 mesi d’età: il tessuto osseo non si è ancora completamente formato a partire dal midollo cartilagineo, muscoli e nervi non sono ancora sviluppati pienamente e i tessuti molli dell’anca, ancora plastici, possono essere sollecitati oltre i loro limiti di elasticità; ne deriva instabilità articolare con perdita della congruità fra acetabolo e testa del femore, sublussazione della testa del femore, erosione della cartilagine articolare, ispessimento della sinoviale, comparsa di formazione esofitiche, rimodellamento osseo ed artrosi nelle fasi più avanzate della displasia dell’anca. La perdita di coesione della cartilagine con la superficie articolare può avvenire già dai 60 giorni d’età; la lassità articolare conduce ad una dislocazione cranio-dorsale della testa femorale con un conseguente maggior carico sulla porzione mediale della testa e sul margine cranio- mediale dell’acetabolo. Questa pressione anormale, in un cucciolo di 1-2 mesi e già pesante, determina un ritardo nello sviluppo normale dell’acetabolo, con arrotondamento dei margini. Le superfici articolari vanno incontro a sclerosi nel tentativo di stabilizzare l’anca; si verificano inoltre un ispessimento del collo del femore, formazione di osteocondrofiti sul medesimo e di cisti ossee subcondrali.

Sintomatologia

Le modalità di insorgenza e l’espressione dei segni clinici variano considerevolmente nei pazienti affetti da displasia dell’anca. Frequentemente si osserva riluttanza del soggetto al movimento nell’intento di salvaguardare l’anca dolente. Altri segni clinici sono la modificazione della modalità della corsa con un movimento che diminuisca l’escursione articolare (corsa da lepre), difficoltà nel passaggio dal decubito alla stazione, riluttanza nel cambiare posizione, dolore alla manipolazione dell’articolazione coxo-femorale. Alcuni soggetti possono manifestare variazioni inaspettate del carattere trasformandosi da cani equilibrati, socievoli ed inclini al gioco in soggetti facilmente mordaci. Il grado di zoppia può variare da moderato (zoppia solo dopo esercizio molto faticoso) a estremamente grave in cui il cane non è in grado di mantenere la stazione quadrupedale.
Esiste una serie di fattori che influenza la manifestazione dei segni clinici, il più importante dei quali è rappresentato dall’età del cane. Sono pochi i cuccioli che mostrano dolore i primi mesi di vita anche se diventano gravemente affetti da displasia nel corso dello sviluppo. Il dolore può comparire improvvisamente e rendersi evidente alla palpitazione degli arti posteriori in cuccioli di 5-6 mesi, dopo salti o arrampicate; a volte c’è difficoltà nell’alzarsi soprattutto da pavimenti scivolosi.
La maggior parte dei cani portatori di displasia, dopo aver portato a termine la prima fase di sviluppo anomalo dell’anca, cammina e corre senza difficoltà e senza evidenti segni di dolore fino agli 11-15 mesi d’età, periodo durante il quale il dolore appare unicamente dopo intensa attività e si rendono palesi le alterazioni dell’andatura. Nei cani adulti il dolore è associato a fenomeni artrosici; si nota tendenza a stare seduto, masse muscolari atrofiche, rigidità nell’andatura, accorciamento del passo, segni che da intermittenti divengono costanti dopo 3-4 anni. L’entità del dolore è direttamente dipendente alla taglia al cane e dal suo peso; l’addestramento e l’allenamento possono mascherare fino all’età adulta una displasia all’anca asintomatica fino a quando non si verifichi un trauma o una eccessiva attività fisica.

Diagnosi

L’esame radiografico rappresenta attualmente il solo metodo diagnostico ben documentato ed universalmente accettato per la displasia dell’anca. Le modificazioni radiologiche variano da una sublussazione della testa del femore fino a gravi artropatie degenerative con evidenti alterazioni della conformazione della testa del femore e dell’acetabolo.

Terapia

Non esiste terapia medica o chirurgica che ristabilisca appieno la normale funzionalità di un’anca displasica, tuttavia possono essere prese in considerazione una serie di misure in grado di alleviare il dolore nei cani affetti da displasia dell’anca, che con ragionevoli cure possono condurre una vita normale come cani da compagnia: evitare il soggiorno in ambienti freddi o umidi, osservare periodi adeguati di riposo alternati ad attività giornaliera controllata, favorire la riduzione del peso corporeo, uso di farmaci che riducono il dolore e l’infiammazione associata all’artrite degenerativa.
Le procedure chirurgiche capaci di migliorare la vita dei pazienti, tripla osteotomia pelvica, osteotomia di testa e collo del femore, miectomia del muscolo pettineo, osteotomia intertrocanterica, sostituzione completa dell’anca, danno risultati che variano in rapporto all’attività del soggetto e allo stadio dell’artrosi secondaria che si sviluppa nel tempo. Altri trattamenti prevedono la limitazione dell’apporto energico e di calcio nella dieta per garantire uno sviluppo più lento dello scheletro che proceda di pari passo con lo sviluppo muscolare. E’ oltremodo importante sottolineare la base genetica della displasia dell’anca per consentire la riproduzione a quei soggetti che ne sono esenti.