Associazione Specializzata di Razza riconosciuta dall'Ente Nazionale della Cinofilia Italiana

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Displasia del gomito ed Osteocondrosi nel cane

Massimo Vignoli, Medico Veterinario, Specialista in Radiologia Veterinaria e Diplomato al College Europeo di Diagnostica per Immagini

Massimo Vignoli, Medico Veterinario, Specialista in Radiologia Veterinaria e Diplomato al College Europeo di Diagnostica per Immagini

Tra le patologie di sviluppo della specie canina, la displasia del gomito e l’osteocondrosi/osteocondrite dissecante rappresentano due tra le più frequenti ed invalidanti condizioni patologiche.

Osteocondrosi (OC) e Osteocondrite dissecante (OCD)

L’OC è una patologia caratterizzata dal fallimento dell’ossificazione all’interno di una zona cartilaginea di accrescimento che si può rilevare in diverse sedi. Ne consegue un’area di ispessimento della cartilagine e successiva necrosi della cartilagine stessa. Dal punto di vista clinico, questa condizione non è dolorosa, interessa le epifisi in crescita, determina diversa lunghezza degli arti.
Inoltre può guarire o progredire verso la OCD.

 

Figura 1: proiezione radiografica cranio caudale di un cane in accrescimento. E’ evidente un difetto osteocondrale a livello della porzione mediale del condilo omerale (freccia), circondato da sclerosi ossea. Distalmente alla lesione è evidente una sottile linea radiopaca intra-articolare che rappresenta il “flap” osteocartilagineo staccato.
Diagnosi: osteocondrite dissecante.

L’OCD risulta quindi da una progressione della OC ed è caratterizzata dalla fissurazione della cartilagine ispessita che scopre l’osso subcondrale, dalla separazione del frammento cartilagineo che può rimanere ancora parzialmente attaccato oppure diventare un corpo libero articolare. Solitamente è una condizione dolorosa, dove è presente sinovite. La guarigione dipende dalla sede della lesione. Può risultare un riempimento del difetto cartilagineo con tessuto fibroso o fibrocartilagine. In genere progredisce verso l’osteoartrosi.
Lesioni osteocondriti che, oltre che a livello epifisario, sono state descritte anche a livello della fisi, sia nel cane che nel maiale.

Figura 2: proiezione radiografica medio-laterale e cranio-caudale di un cane da Pastore Tedesco femmina di 3 anni. Si nota un difetto osteocartilagineo a livello del condilo femorale laterale (freccia azzurra). Inoltre, sono presenti osteofiti periarticolari (frecce bianche) che rendono idea della cronicità della lesione. La lesione era presente, come solitamente accade, anche nel femore contro laterale.
Diagnosi: osteocondrosi.

Nel cane l’OC si verifica in sedi particolari, spesso aree che sopportano il carico del peso. Più frequentemente colpisce la testa omerale, ma può anche interessare la troclea omerale (Fig. 1), il condilo laterale (Fig. 2) e mediale del femore, la troclea femorale ed i bordi mediale e laterale dell’astragalo. Per la diagnosi sono necessarie almeno due proiezioni radiografiche ortogonali, tuttavia in alcune sedi è necessario aggiungere proiezioni supplementari. Ad esempio le lesioni dell’astragalo, a causa della sovrapposizione del calcaneo in proiezione dorsoplantare, sono meglio visualizzabili in proiezione dorsolaterale-plantaromediale obliqua e dorsoplantare flessa o “sky-line”. Radiologicamente nell’OC si rileva l’appiattimento od una concavità dell’osso subcondrale interessato dalla lesione, con un orletto sclerotico attorno. Talvolta questo può risultare in non uniforme ed aumentato spazio articolare. Quando il frammento cartilagineo è mineralizzato, lo si riesce a visualizzare a livello del difetto subcondrale. Se il frammento osteocartilagineo si stacca, migra nello spazio articolare come corpo libero (topo articolare) ed in genere aderisce alla sinoviale dove continua a crescere e mineralizzarsi nel tempo. Inoltre si può rilevare effusione articolare ed ispessimento della capsula articolare. Tuttavia la tecnica di immagine d’elezione, soprattutto in alcune regioni come il gomito, il tarso e il sacro, è la Tomografia Computerizzata (TC).

Displasia del gomito

Una tabella pubblicata dalla “Orthopaedic Foundation for Animal” (OFA), su casi di displasia del gomito raccolti tra il gennaio 1974 e il dicembre 1999, riporta che negli Sati Uniti sono stati radiografati 906 Rhodesian Ridgeback con una percentuale di soggetti displasici pari al 6.1%. Pur essendo una razza relativamente poco colpita da questa patologia, va comunque considerato quanto questa sia invalidante per i soggetti malati.

Figura 3: particolare di un gomito radiografato in proiezione medio-laterale. E’ ben evidente lo scalino presente tra radio e ulna che determina una sublussazione omero-ulnare. L’ulna in questo caso risulta essere più corta del radio.

La displasia del gomito è una malattia ereditaria poligenica che si manifesta durante lo sviluppo scheletrico. I fattori implicati nello sviluppo di questa patologia sono l’asincrona crescita di radio ed ulna (Fig. 3) e lo sviluppo di una incisura ulnare troppo piccola in circonferenza per comprendere la troclea omerale e che quindi genera un’incongruità articolare. A seconda della razza questa incongruità articolare può determinare differenti forme di displasia del gomito. Riguardo la displasia del gomito esiste una ricerca preventiva atta ad eliminare dalla riproduzione i soggetti affetti allo scopo di diminuire la percentuale di animali malati. Per questo esiste un organo internazionale l'”International Elbow Working Group” (IEWG) che ha stabilito regole precise per standardizzare la ricerca: è necessaria almeno una proiezione mediolaterale flessa a 45° per ogni gomito e sono fortemente raccomandate una mediolaterale in posizione neutra, circa 110°, ed una craniocaudale con 15° di pronazione ed angolazione distoprossimale del fascio radiogeno di 15°. Nella valutazione si considera che l’osteoartrosi del gomito è la manifestazione della displasia del gomito ed è causata da frammentazione del processo coronoideo mediale ulnare (FCP), mancata unione del processo anconeo dell’ulna (UAP) (Fig. 4), osteocondrosi/osteocondrite dissecante della porzione mediale del condilo omerale o troclea omerale (OC/OCD), anomalie della cartilagine articolare, incongruità e mineralizzazione dei tendini profondi caudali all’epicondilo mediale.
E’ opinione dell’autore che ottenere una sola proiezione flessa a 45°-60°, consenta solamente la valutazione dei segni secondari di degenerazione articolare, ma diventa spesso difficile valutare la lesione primaria, soprattutto quando questa sia a carico del processo coronoideo mediale dell’ulna.Lesioni osteocondriti che, oltre che a livello epifisario, sono state descritte anche a livello della fisi, sia nel cane che nel maiale.

Figura 4: nella figura 4a si nota la mancata unione del processo anconeo ulnare in un cane a fine accrescimento che appare distaccato dalla restante parte dell’ulna (freccia); è presente artrosi lieve/moderata a carico dell’articolazione. Nella figura 4b è visualizzato il gomtio di una femmina di Pastore Tedesco di 7 anni affetta da mancata unione del processo anconeo. Si nota come nel tempo una condizione (non trattata) di questo tipo porti ad una artrosi molto grave.

La gravità dell’osteoartrosi, quando presente, viene quantificata misurando la lunghezza degli osteofiti ed in base a ciò sono stati stabiliti diversi gradi:

• grado 0 – gomito normale
• grado 1 – lieve artrosi: slerosi incisura ulnare o step =/> 2 mm tra radio e ulna o osteofiti < 2 mm
• grado 2 – moderata artrosi: osteofiti di 2-5 mm
• grado 3 – grave artrosi: osteofiti > 5 mm e/o lesione primaria visibile come FCP, OCD, eccetera

La displasia del gomito si presenta solitamente in forma bilaterale e si può rilevare una o due o più condizioni insieme. Le razze più colpite e le loro lesioni specifiche sono: Rottweiler, Bovaro del Bernese, Golden Retriever, Pastore Tedesco e Labrador Retriever, tuttavia numerose altre razze sono interessate da questa patologia e, come sopra riportato, anche il Rhodesian Ridgeback, seppur in minor percentuale, è interessato dalla displasia del gomito. Sovente si rileva radiologicamente un’incongruità articolare tra omero-radioulna con la presenza di uno scalino tra il radio e l’ulna. Talvolta, si possono osservare alterazioni di forma del processo coronoideo mediale ulnare e, se frammentato e mineralizzato si può notare il frammento radiopaco medialmente al capitello radiale.
A livello del processo anconeo dell’ulna si rileva piuttosto agevolmente una linea radiotrasparente tra il processo stesso e la restante ulna. Poiché il processo anconeo corrisponde ad un nucleo di ossificazione e si fonde con l’ulna all’età di 4-5 mesi, è necessario fare attenzione a non confondere un UAP con un normale nucleo di ossificazione se si radiografano cani di età inferiore . L’OC/OCD della troclea omerale ha una manifestazione caratteristica come altre OC/OCD, tuttavia talvolta non è di facile valutazione radiografica come del resto la FCP. Per questa ragione molti autori suggeriscono la presenza di osteofitosi come segno di displasia del gomito, anche in assenza di chiari segni di FCP o OCD. La TC è certamente una tecnica più accurata rispetto alla radiologia convenzionale nella diagnosi di FCP (Fig. 5), infatti mentre la radiologia ha una sensibilità di circa il 20%, la TC ha una sensibilità diagnostica che supera il 90%.

Terapia

E’ fondamentale in queste patologie di sviluppo una diagnosi precoce; questo consente di intervenire tempestivamente con intervento chirurgico per evitare o comunque ritardare la formazione della osteoartrosi. Alcune sedi di OC/OCD rispondono molto bene al trattamento chirurgico, come ad esempio l’OC/OCD della testa dell’omero, mentre altre sedi, purtroppo, portano comunque ad una grave artrosi, come ad esempio l’OC/OCD delle ginocchia e del tarso. Nel gomito, una chirurgia precoce, soprattutto se sia presente asimmetria di crescita radio-ulnare, può portare ad un grande beneficio.

Figura 5: proiezione medio-laterale e cranio-caudale del gomito di un Bovaro delle Fiandre femmina di 18 mesi di età. Il soggetto mostrava zoppia da circa due mesi. Nelle immagini radiografiche non si apprezza nessuna lesione.

Una volta che l’osteoartrosi è presente perde di significato qualsiasi intervento chirurgico, se non per rimuovere eventuali frammenti intra-articolari che si sono mobilizzati. In questi casi, in genere con soggetti che presentano zoppia cronica, è necessario controllare il dolore articolare con farmaci antalgici e antinfiammatori, steroidei o non. Queste terapie, ovviamente se protratte per lunghi periodi, portano a complicazioni a livello del tubo gastroenterico, a disturbi epatici e in particolare portano ad insufficienza renale. Per queste ragioni, in questa tipologia di pazienti, la mia personale preferenza è di trattare i soggetti malati con 2-3 frazioni di radioterapia. In questo caso nella stessa frazione, e quindi con la stessa anestesia, si possono trattare anche più articolazioni. La tecnologia recente e in particolare una macchina come l’acceleratore lineare consente di trattare un soggetto in pochi minuti, per cui anche i tempi di anestesia sono estremamente brevi e circa cinque minuti dopo il trattamento tutti i soggetti sono in stazione. I pochi risultati riportati nella bibliografia veterinaria sono simili a quelli riportati in medicina umana (in Germania 26.000 persone all’anno vengono trattate con radioterapia per artrosi); il 70- 80% dei pazienti ha mostrato una risoluzione del dolore o un notevole miglioramento per un lungo periodo (6-28 mesi). Inoltre va considerato che anche un miglioramento clinico parziale porta comunque ad una drastica riduzione nella somministrazione dei farmaci antidolorifici e/o antinfiammatori utilizzati a scopo antalgico.

Figura 6: TC del gomito dello stesso soggetto della Fig. 5. La tomografia computerizzata evidenzia un grosso frammento (freccia) a carico del processo anconeo mediale dell’ulna che non era assolutamente visibile allo studio radiografico. Diagnosi: frammentazione del processo coronoideo mediale ulnare.

Conclusioni

In conclusione è necessario tenere ben presente che le diagnosi di displasia di gomito o di OC/OCD devono essere fatte il più precocemente possibile. La tempestività infatti può modificare drammaticamente il futuro del cane colpito da dette condizioni patologiche.
Tuttavia, poiché gran parte di queste patologie portano nel tempo ad artrosi, è necessario cominciare a considerare terapie antinfiammatorie/antalgiche alternative (vedi radioterapia) o combinate con quelle classiche.

 

Il presente articolo è stato scritto dall’autore per il notiziario RRCI
ed ivi pubblicato (nr. 19 dic. 2009)