Associazione Specializzata di Razza riconosciuta dall'Ente Nazionale della Cinofilia Italiana

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Agility dog

L’agility è nata come disciplina cinofila sportiva in Inghilterra alla fine degli Anni Settanta: J. Varley, membro del Comitato organizzatore del celeberrimo CRUFT’S, era alla ricerca di uno spettacolo originale e coinvolgente da svolgere in compagnia dei nostri pelosi amici che potesse essere inserito all’interno del CRUFT’S per rallegrare i tempi morti di questa illustre esposizione internazionale. Il debutto ufficiale della disciplina è in effetti proprio in occasione dell’edizione del 1978 della grande manifestazione cinofila inglese. Da allora l’Agility ha raccolto sempre maggior successo e si è diffusa prima nei Club inglesi, poi in Europa e in seguito nel resto del mondo. In Italia l’Agility è approdata circa un decennio dopo: nel gennaio 1989 l’Enci ha pubblicato un primo abbozzo di regolamento ufficiale, per poi uniformarsi ed abbracciare quello stilato dalla Federazione Cinologica Internazionale l’anno successivo. Si tratta di una gara ad ostacoli ispirata al concorso ippico: il cane, guidato dal conduttore, deve superare una serie di ostacoli (salti, muro, passerella, slalom, tunnel rigido e morbido, ruota, salto in lungo) , i quali sono disposti nel campo gara in modo sempre variato così da offrire percorsi sempre diversi e di varia difficoltà. Il cane deve compiere il percorso di gara entro un Tempo di Percorso Standard (TPS) fissato dal giudice all’inizio della competizione: le penalità sono date sia dagli errori (ad esempio l’abbattimento degli ostacoli o il rifiuto di superarli), sia dal superamento del TPS stabilito.

La disciplina è oggi ufficialmente regolata dal Regolamento di Agility FCI in vigore dal 1 gennaio 2007 e prevede due tipi di prove: prove ufficiali “omologate” dalla FCI e prove “non omologate”. Le prime sono riservate a cani di tutte le razze di età superiore a 18 mesi, iscritti ad un Libro delle Origini riconosciuto FCI e che posseggono un libretto delle qualifiche rilasciato dall’Enci; sono suddivise in tre classi che corrispondono a tre diversi livelli e i soggetti sono suddivisi per taglia: Small (fino a 35 cm al garrese); Medium (dai 35 ai 43 cm al garrese); Large (oltre i 43 cm al garrese). Le prove “non omologate”sono invece riservate a cani di età superiore a 18 mesi che posseggono un libretto delle qualifiche rilasciato dall’Enci. Sono suddivisi nelle classi: Debuttanti; Agility Junior; Agility Senior. Permane la suddivisione per taglia: Small, Medium e Large (per una lettura del testo completo si rimanda a: www.enci.it/manifestazioni). Al di là dell’aspetto spettacolare e ludico che di certo colpisce di primo acchito chi si volga ad osservare una prova di agility, questa disciplina è estremamente formativa ed interessante anche dal punto di vista educativo e sportivo: infatti per raggiungere quel felice connubio di tecnica e spettacolarità che cane e conduttore mostrano durante l’esecuzione di un percorso, è necessario un grande lavoro preliminare di affiatamento del binomio a sei zampe, il cui rapporto deve essere caratterizzato da spirito di collaborazione e profonda fiducia reciproca, allegria e capacità di intesa.

Dietro ad ogni prova, che spesso si esaurisce in una manciata di secondi, c’è dunque un meticoloso lavoro di preparazione che richiede tanta pazienza, costanza, impegno e tanto, tanto feeling tra cane e conduttore. Ecco perché, per poter intraprendere il lavoro in Agility in modo ottimale, è indispensabile avere prima acquisito con il proprio cane un ottimo rapporto, equilibrato, gerarchicamente corretto e costantemente ravvivato e vivacizzato dal gioco. Il cane deve avere un buon livello di educazione ed obbedienza ma in questo cammino educativo non vi è spazio alcuno per la coercizione o per metodi violenti: i risultati infatti giungono solo attraverso un lavoro gioioso e basato sul rinforzo positivo, solo così infatti il cane in campo darà il meglio di sé. L’Agility inoltre ha l’enorme pregio di affinare una speciale forma comunicazione tra cane e conduttore: ogni più piccolo gesto del secondo viene captato e capito dal primo, che lo interpreta ed agisce di conseguenza.
Tutte le razze (e anche i meticci) possono praticare l’agility, ovviamente in modo diverso a seconda delle caratteristiche individuali, inoltre naturalmente vi è una differenza tra maschi e femmine. Le femmine sono in genere più addestrabili e maturano prima, inoltre essendo generalmente strutturalmente più piccole, sono anche di solito più rapide e reattive nello “stretto”; i maschi di contro sono dotati di maggior potenza fisica (quindi recuperano negli allunghi), sono generalmente più stabili nell’umore e caratterialmente più focosi.
Ovviamente queste non sono che considerazioni generali, poi il giudizio può variare, da soggetto a soggetto. Esaminando le caratteristiche individuali ottimali in un cane col quale si voglia praticare l’agility, possiamo dire che egli dovrebbe essere innanzitutto un soggetto molto portato al gioco, attento , vivace, possessivo, energico e scattante, ma al tempo stesso deve anche trattarsi di un soggetto assolutamente equilibrato ed obbediente, insomma di un soggetto “sotto controllo”. Dovrebbe dunque avere un temperamento molto vivace, quindi con tempi di reazione molto veloci agli stimoli, in costante attenzione verso l’ambiente circostante da cui viene facilmente stimolato; con una tempra sufficiente da saper resistere allo stress, ma non così alta da renderlo troppo “duro”; inoltre il soggetto ideale dovrebbe anche possedere un buon grado di docilità: il cane docile infatti esaudisce gioiosamente e volentieri le richieste del suo compagno umano, con entusiasmo. Il nostro cane ideale poi dovrebbe avere anche un buon grado di possessività, perché abbia un elevato interesse verso i rinforzi positivi, quali la pallina, la corda etc. Non ultimo, il cane che pratica agility deve avere un buon grado di socievolezza sia verso i suoi simili che verso l’uomo e l’ambiente circostante: l’agility stessa poi contribuirà a migliorare ed esaltare queste caratteristiche.
E’ possibile dunque praticare l’agility con un rhodesian ridgeback? La risposta in generale è sicuramente si, trattandosi di cani molto sportivi ed atletici, e certamente ricaveremo grandi soddisfazioni nel praticarla insieme a loro, a patto però che teniamo però sempre conto dell’indole complessa e variegata dei nostri amici con la cresta, per non snaturarla. Si tratta infatti sì di cani dinamici e attivi, dotati di tanti muscoli ma anche di tanto cervello e di un naso finissimo. Non facciamo l’errore di pensare quindi che la pratica esclusiva e ripetitiva di questa disciplina (o di qualunque altra) li possa appagare completamente o possa sostituire per loro altri momenti ugualmente importanti quali: tante passeggiate in natura in nostra compagnia, dove possano liberamente esercitare muscoli e naso a caccia di odori e di tracce lasciate da altri animali; qualche ora di libere sgroppate e di gioco sfrenato con altri amici a quattro zampe, né nemmeno pensiamo che essi rinuncino ai momenti di gratificante riposo “familiare” mollemente sdraiati al sole in giardino d’estate o acciambellati in una morbida cuccia ai piedi dell’amato padrone in inverno ( possibilmente nelle vicinanze di una stufa o di un camino accesi!)
Il RR infatti è tutto questo, e se sapremo rinforzarne la natura eclettica e versatile avremo certamente una vita ricca di soddisfazioni al suo fianco e faremo di lui un cane equilibrato, perché gratificato e felice.

Link utili:

A.A.A: ASSOCIAZIONE ITALIANA AGILITYDOG